
Io leggo perchè le lucciole non pagano l’enel
Serata onirica in Accademia il 4 marzo 2023. Questa volta abbiamo chiesto ai tre relatori presenti di commentare una frase che non è assolutamente ironica, anzi: “OGNI TRAGUARDO INIZIA DA UN SOGNO”. Fare una domanda così a chi scrive e pubblica potrebbe apparire scontata perché la logica deduzione più semplicistica riguarderebbe l’essere riusciti in qualcosa a cui molti ambiscono, cioè pubblicare con un editore e magari con un grande editore. Questo è verissimo comunque, infatti ce lo confermano sia Barbara Frale che ha portato la sua dodicesima fatica letteraria, L’idolo dei templari edito da RAI Libri, sia Piersandro Pallavicini, anch’egli con un bagaglio di pubblicazioni di tutto rispetto che ci presenterà Il figlio del direttore, edizioni Mondadori.
Superato il primo traguardo, per Barbara il vero sogno è poter sovrapporre la sua fantasia di romanziera alla storia, quella vera, quella che lei studia per professione. Come dice lei stessa, scrivere saggi è una cosa, scrivere un romanzo è tutt’altro. E anche questo traguardo l’ha raggiunto, riuscendo ad avere successo sia come saggista storica, sia come scrittrice di narrativa. Quanto esposto durante la presentazione del suo libro ci ha fatto comprendere cosa volesse dire, infatti ha raccontato di quando, parlando dei templari, si è ritrovata a fare ricerche in Vaticano e si è ritrovata sotto gli occhi documenti originali dell’epoca… da lì partì anche la sua fantasia, spinta da una battuta del compagno della sua vita detta quasi per scherzo.


Piersandro invece ci racconta del risveglio dal sogno della pubblicazione. Il ritrovarsi in un mondo che nell’immaginazione comune è sinonimo di fama, benessere e successo. Non che non possano esistere, ma spesso ci si scontra con la dura realtà. Dura realtà che è anche quella che vive il protagonista del suo libro, tale Michelangelo Borromeo, che nulla ha a che vedere con la nobile storica casata. Questi è un sessantenne rimasto solo che si trova a festeggiare questo suo traguardo in compagnia di qualche sconosciuto, salvo poi rifugiarsi in Costa Azzurra, suo amato luogo di meditazione. È lì che scatta la suspance, quando riceve una chiamata sul cellulare e gli appare il nome Mio padre… perché il numero del padre lo aveva registrato così, peccato che suo padre, appunto, fosse morto tre anni prima.
Ma si era parlato di tre relatori. Beh, il terzo è un direttore… o meglio, un presidente, e non è il padre di Piersandro, visto tra l’altro che sono praticamente coetanei. Il suo nome è Danilo Dadda, persona straordinariamente fuori dal comune, presidente della Vanoncini S.p.A., un’impresa edìle che si occupa di persone, oltre che di costruzioni. E le persone sono quelle che Danilo chiama collaboratori, non dipendenti. Sembra una banale sottigliezza, ma soffermandosi attentamente sulla differenza tra “collaborare” e “dipendere”, è più facile comprenderne la sostanziale diversità. Ma cosa c’entra un costruttore, seppur con idee innovative, con la nostra Accademia? C’entra eccome. Danilo si è inventato il modo di portare la lettura tra i suoi collaboratori, incentivandola. Ricordiamoci che solitamente chi ha le redini in mano, preferisce guidare un cavallo docile, col paraocchi. Meglio che il cavallo non impari mai che potrebbe correre sui prati invece che costretto a tirare un carro… e non sono pensieri di altri tempi.







Danilo non la pensa così evidentemente. Invita i suoi collaboratori, siano essi operai o dirigenti, a leggere e presentare i libri terminati. Il primo libro presentato frutta cento Euro, il secondo duecento e così crescendo. Un’idea che solo un personaggio eclettico poteva inventarsi. Un uomo che sostiene che se una persona sbaglia, non deve essere corretta nel lato negativo, ma deve essere valorizzata in ciò che ha di positivo: apprezzamento è la sua parola chiave. Una squadra in cui c’è apprezzamento reciproco, è una squadra vincente, e anche la crescita della sua azienda ne è la chiara dimostrazione. Il suo pensiero in merito alla frase “OGNI TRAGUARDO INIZIA DA UN SOGNO”? Il mio sogno è realizzare i sogni degli altri, collaboratori e clienti. Realizzando i loro sogni realizzo il mio. In effetti Danilo si trova nella posizione di presidente pur non portando il cognome del fondatore… forse perché anche Vanoncini stesso ha creduto in lui e ha realizzato il suo sogno, quello di Danilo, realizzando così una crescita sana dell’azienda, probabilmente il suo sogno.
Sperando che le nuove generazioni prendano spunto da questo modo di fare azienda, la serata del 4 marzo a Bologna non può chiudersi se non ricordando un grande artista che in questa data avrebbe compiuto ottant’anni… ci ha fatto sognare e ci ha lasciato anche queste parole estratte da una sua nota canzone:
…E chissà, come sarà, lui domani
Su quali strade camminerà
Cosa avrà nelle sue mani, le sue mani
Si muoverà e potrà volare,
nuoterà su una stella,
come sei bella…
E se è una femmina si chiamerà:
Futura
©Francesco Curreri